AnimaBiologica

martedì 30 settembre 2014

Cucurbita maxima, la Zucca proprietà e benefici

La Zucca è una pianta nota fin dai tempi antichi, coltivata sia per il consumo del frutto maturo che per i suoi semi. La Zucca ha rappresentato per secoli una grande riserva alimentare per quelle popolazioni più povere, così che la sua continua coltivazione ha portato in seguito a selezioni e ibridazioni sempre più varie, infatti oggi, il mercato offre la possibilità di scegliere fra le molte specie disponibili.
La Zucca appartiene alla famiglia delle cucurbitacee, è originaria dell'America Centrale ma cresce volentieri in tutte quelle zone calde e temperate. E' una pianta erbacea annua, rampicante, le foglie e i picciolo sono ricoperti di ruvidi peli. I fiori sono grandi di colore giallo intenso, commestibili e situati in prossimità dell'ascella fogliale. I frutti sono peponidi con epicarpo sottile e coriaceo, mesocarpo poco spesso e consistente, con endocarpo carnoso e succoso, a maturità ricco di semi.


Sono note molte varietà di Zucca: la Zucca marina di Chioggia; la Zucca lunga invernale; la Zucca quintale; la Zucca lagenaria; la Zucca maxima; la Zucca moscata; la Zucca buternut; e la Zucca bananapink.
La Cucurbita maxima è un ortaggio molto interessante dal punto di vista nutrizionale infatti contiene il 94% di acqua, l' 1% di zuccheri, 0,7% di proteine, 0,2% di lipidi, minerali (potassio, calcio e fosforo), beta-carotene e vitamine (A-C). 
Oltre ad essere lassativa, diuretica e calmante, la Zucca è anche ipocalorica e ben digeribile
Per uso esterno si rivela un valido rimedio contro scottature e infiammazioni. Essendo ricca di acqua e di fibre la Zucca riesce a dare un giusto apporto calorico (18cal-100gr), spiccate proprietà rinfrescanti e diuretiche, ed inoltre è molto indicata nelle diete dimagranti poiché rilascia il senso di sazietà.




lunedì 29 settembre 2014

Lavandula Angustifolia Miller, la Lavanda proprietà ed effetti faramacologici

La Lavanda è un frutice sempreverde, ramoso, con rami dritti a portamento cespuglioso e le foglie sono opposte oblunghe, lanceolate, a margine arrotolato. I fiori sono brevemente peduncolati, raccolti in falsi verticilli formanti, uno spicastro al termine dei rami. Il calice è persistente tubuloso, la corolla è violacea, bilabiata. Il frutto è costituito da quattro acheni oblunghi e lucenti.
Le parti utilizzate sono i fiori raccolti prima della schiusa, ed essiccati al buio. La Lavanda contiene un olio essenziale (monoterpeni, acetato di linalile e linalono, cineolo, canfora e limonene) idrossicumarine, tannini e derivati dell'acido caffeico. I più importanti ad alto effetto farmacologico sono l'acetato di linalile e la canfora.
Dai fiori di Lavanda si estrae per distillazione in corrente di vapore un olio essenziale denominato lavandulae'aetheroleum, che contiene 1% limonene, 2,5% cineolo, 2,5% di 3-ottanone, 2,5% di canfora, 20% linalolo, 46% linalile acetato, 1,6% terpinen4olo, 0,1% lavandulolo e 2% alfa-terpineolo. L'olio essenziale possiede infatti, effetti anticonvulsivanti, riduce l'attività motoria spontanea ed inoltre è in grado di prolungare la durata del sonno indotto dai barbiturici. Non esistono studi riguardanti in modo specifico la farmacocinetica dell'olio essenziale di Lavanda, ma solo riguardante l'azione dei terpeni contenuti al suo interno.Gli effetti ansiolitici ed ipnotici della Lavanda la inseriscono nella classifica delle droghe a blanda azione sedativa e spasmolitica, viene quindi utilizzata negli stati di agitazione accompagnati da irritabilità gastrica  disturbi intestinali.


La tecnica erboristica la utilizza sia in tisana ( 1-2 cucchiaini di droga secca per tazza da the), oppure 1-4 gocce di olio essenziale puro su una zolletta di zucchero. Può essere somministrata assieme ad altre droghe sedative, ma in dosi eccessive può causare nausea, vomito, mal di testa e brividi. La Lavanda è una droga sicura che non presenta nessun pericolo per la salute, però prima della somministrazione è richiesto il consiglio del medico curante.

domenica 28 settembre 2014

Pygeum Africanum, Pruno Africano proprietà ed effetti

Il Pruno Africano è un albero sempre verde che cresce fino a 30m, di altezza nelle zone maggiormente piovose delle foreste Africane. Il tronco, è eretto e ricoperto di una corteccia stringata di colore rosso/bruno scuro. I rami sono penduli e le foglie hanno un picciolo lungo fino a 2cm, sono ellittiche, acuminate, coriacee verde-scuro, con margine leggermente seghettato. I fiori sono piccoli , bianchi/verdastri, raccolti in racemi ascellari. I frutti sono acheni coriacei,  di colore rosso/marrone.
La parte utilizzata (fin dai tempi antichi in Africa), è la corteccia. Contiene sostanze lipidiche (acidi grassi come palmitico, linoleico, oleico, stearico, beenico, miristico), steroli, sostanze terpeniche (acido ursolico, idrossi ursolico, oleanolico), alcoli ed eteri dell'acido ferulico, acido abbietico, docosanolo, fitosteroli (beta-sitosterolo) e glucosidi.
La corteccia di Prunus Africanum è utilizzata per curare problemi urinari (dolori della vescica, disturbi legati alla minzione=momento in cui si fa la pipì). Il Pruno Africano deve la sua attività farmacologica sopratutto alla frazione lipidica, oltre che ai fitosteroli e all'acido abietico. Queste sostanze interferiscono con lo sviluppo dell'ipertrofia prostatica benigna (IPB). L'acido abietico e i triterpeni hanno un'attività antiedemigena (sostanze in grado di ridurre un'edema, in cosmetica l'estratto viene addizionato come anti-cellulitico all'interno di creme corpo).




Gli estratti di Pygeum in tecnica erboristica sono utilizzati per i disturbi delle vie urinarie, si possono trovare anche capsule contenenti la corteccia essiccata non trattata (0,3gr, per capsula, una capsula 2/3 volte al giorno per almeno un mese). Il prodotto è ben tollerato e raramente causa  lievi effetti gastrointestinali, si consiglia comunque un consulto con il medico curante prima della somministrazione.

sabato 27 settembre 2014

Artemisia, specie e proprietà

Del genere Artemisia attualmente si conoscono almeno 400 specie di cui la più utilizzata e l'Artemisia vulgaris, si tratta di un a pianta erbacea in genere aromatica alta 30-150 cm, vegeta nelle aree aride dell'Europa. Presenta foglie alterne, bipennatosette a segmenti acuti o dentati, i fiori sono piccoli, tubulosi gialli /verdastri, di solito penduli o riuniti in inflorescenze racemose. La parte utilizzata sono le infiorescenze e le foglioline, per preparare aperitivi/digestivi e rimedi erboristici. 
Il nome Artemisia deriva da Artemis (città ellenica) e pianta sacra ad Artemide (Dea greca della caccia). Nel medioevo l'Artemisia veniva utilizzata per un enolito detto Wermuth, antipiretico e antimalarico. 
L'Artemisia contiene sequisterpeni come l'artemisinina, sono inoltre presenti un olio essenziale (i cui componenti principali sono tujone, epossicimene e camazulene), flavonoidi (artemetina e casticina), cumarine (scopoletina, scoparone, scopolina) e lipidi. L'artemisinina è un potente antimalarico, infatti agisce selettivamente su sporozoi (plasmodium) prevenendone la moltiplicazione nel sangue. Secondo l'OMS da alcuni anni è previsto l'uso di Artemisia vulgaris e dei suoi derivati, in quelle aree geografiche dove il parassita risulta resistere alle terapie antimalariche classiche.
L' Artemisia vulgaris in tecnica erboristica è utilizzata in tisana, come diaforetico, antispasmotico, carminativo, digestivo e antisettico.
L'uso prolungato di Artemisia (di qualsiasi specie) può causare vertigini, malessere diffuso e anche convulsioni, quindi si raccomanda l'attenta somministrazione sotto stretto controllo medico.



Attualmente si parla molto di Artemisia Annua poiché (appartiene alla medicina tradizionale Cinese) si ritiene che abbia un'azione antitumorale (ma non ci pervengono studi clinici che ne confermino l'effetto), mentre invece in Europa è molto coltivata poiché contiene un alto contenuto di artemisinina (lattone sequisterpenico presente nelle foglie e nei fiori).





Rhodiola rosea, Rodiola proprietà ed effetti

La Rodiola è una pianta erbacea perenne alta circa 40-50 cm, non ramificata, con foglie alterne, allungate, succulente e fiori giallo/rossi che emanano un gradevole profumo di rose. 
La parte utilizzata è il rizoma che si raccoglie in autunno da piante di almeno 3 anni di vegetazione. Una volta mondato, si taglia a fette e si essicca ad una temperatura di 40-45°C.  La Rodiola detta anche "radice dorata", è nota per le sue proprietà già in epoca Romana (Dioscoride e Galeno la consigliavano in casi di cattiva digestione).
La medicina tradizionale moderna la considera tuttora un ottimo rimedio in casi di cattiva digestione, stress, disturbi mentali di lieve entità e come stimolante. Nella Rodiola sono presenti composti farmacologicamente attivi come acidi organici (gallico, caffeico e clorogenico), flavonoidi (P-tirosolo), catechine, proantocianidine, tannini, alcoli monoterpenici e i loro glicosidi (salidroside detto anche rodioloside o rodosina, rosiridolo, rosina, rovina, rosarina, rosiridina, rodocianoside e lotaustralina), un composto fenolico il (para-tilosolo) e un olio essenziale volatile.


La Rodiola è stata classificata come adattogeno poiché ha la capacità di aumentare la resistenza ad una varietà di agenti chimici, biologici e fisici. Le proprietà adattogene della Rodiola sono state attribuite al paratirosolo e al salidroside, questi composti influenzano il livelli e le attività delle monoammine e dei peptidi oppioidi nel cervello e nei tessuti periferici (5-HT).
La Rodiola ha manifestato in studi sperimentali proprietà antiflogistiche e immunomodulanti (poichè aumentava la resistenza degli animali di laboratorio), poiché riduce la fatica mentale ed ha un effetto antidepressivo stimolante.
La Rodiola sembra inoltre utile nel danno vascolare indotto dallo strees, e ha un effetto scavenger (contro i radicali liberi).
La tecnica erboristica utilizza il rizoma essiccato in opercoli contenenti massimo 100mg di estratto secco.
La Rodiola è una droga sicura poiché in studi clinici non sono stati evidenziati effetti collaterali di rilievo, tuttavia è consigliabile l'assunzione sotto consiglio del medico curante.


I prodotti Veg-Up contengono  fattori di protezione naturali, come l’alga Laminaria, per proteggere la pelle dai fattori esterni e agenti de-stressanti, come la Rhodiola Rosea.

venerdì 26 settembre 2014

Humulus lupulus, il Luppolo proprietà e benefici

Il Luppolo è una pianta erbacea perenne, munita di rizoma ramificato dal quale partono esili fusti, ricoperti di aculei e foglie picciolate, opposte, a forma di cuore (con lobi seghettati e ruvidi). I fiori, sono riuniti in pannocchie (quelli maschili) oppure raggruppati in coni a partire dalle ascelle fogliari (quelli femminili) di colore chiaro.

Il termine Luppolo deriva dal latino humus=suolo e lupus=lupo perché proprio come il lupo domina nei boschi, il luppolo sovrasta impedendo quasi la proliferazione della vegetazione. Tale pianta appartiene alla stessa famiglia botanica delle cannabinaceae dunque è correlata dal punto di vista botanico alla cannabis sativa e questo ha portato, qualcuno, nel tempo a credere che il luppolo una volta fumato avesse gli stessi effetti euforici della canapa. 
Il Luppolo contiene flavonoidi, calconi, un olio volatile (contenente più di cento terpenoidi, principalmente il betacariofillene, il farnescene e umulene), un olio resina costituito prevalentemente da principi amari come gli alfa-acidi (umulone, coumulone, adumulone), beta-acidi (lupulone, colupulone, adlupulone) e i prodotti della loro degradazione ossidativa. Il Luppolo contiene anche quantità abbondanti di tannini, ed estrogeni (8-prenilnaringenina, una sostanza che possiede un'alta affinità di legame per i recettori specifici per gli estrogeni).


Al Luppolo vengono attribuite diverse proprietà farmacologiche, prima fra tutte quella sedativa (che si manifesta però solo quando vengono somministrate dosi elevate). La "seconda" delle sue azioni è quella analgesica, batteriostatica e battericida (i batteri maggiormente sensibili sono i gram-positivi è l'azione attribuita ai ketoenoli). Al Luppolo è inoltre attribuita un'azione estrogenica,  che allevia i disturbi della menopausa, ma può aumentare le turbe mestruali in donne in età fertile.
- Studi clinici mostrano un miglioramento dei sintomi in pazienti che soffrono di insonnia, di disturbi della menopausa, di colecistiti e di incontinenza urinaria. - Cit. Francesco Capasso, Fitoterapia.
Il Luppolo è raccomandato anche per il trattamento per i disturbi associati all'ansia, infatti, in combinazione con la valeriana può risolvere patologie guaribili solo con azioni farmacologiche.
In tecnica erboristica si utilizza il luppolo in estratto secco da somministrarsi sotto forma di decotto o infuso (mx 0,5gr per tazza) da addizionare ad altre droghe vegetali (tipo valeriana per insonnia)(tipo menta e cicoria per colecistiti) (tipo uva ursina per l'incontinenza urinaria) (tipo spirea ulmaria per infiammazioni e influenza). 
Non sono noti effetti collaterali riguardanti l'uso appropriato di dosi terapeutiche di luppolo, tuttavia sono stati riportati casi di allergie respiratorie in seguito all'inalazione o al contatto con le parti essiccate di luppolo o con il suo olio essenziale. Se ne sconsiglia l'uso a pazienti in terapia con sedativi o con antitumorali (tamoxifene) e in pazienti con disturbi mestruali. Chiedere sempre il parere del medico curante, prima di iniziare una terapia fitoterapica con Luppolo. 



    

Orthosiphon spicatus, l'ortosifon usi e proprietà

L'Ortosifon  è un suffrutice alto 60 cm, originario dell'Asia tropicale. Le foglie sono lanceolate, dentellate, brevemente picciolate e di colore verde intenso. I fiori sono bianchi riuniti in spicastri  terminali. Le parti utilizzate sono le foglie ma anche le cime, che contengono un olio essenziale , flavonoidi (sinensentina, tetrametilscutellareina, tetrametossiflavone), diterpeni (ortosifoli, staminoli), benzocromoni (ortocromenea) ed una quantità significativa di sali di potassio.


L'Ortosifon oltre ad avere un'attività antibatterica, è anche un diuretico e un blando spasmolitico. Come diuretico, l'ortosifon agisce sulla filtrazione glomerulare, ed è raccomandato come diluente in caso di infezioni batteriche, infiammazioni del tratto urinario inferiore ed in presenza di renella.
L'ortosifon  è ottimo per gli accumuli di liquidi alle gambe, ma tuttavia non deve essere utilizzato in casi di edema causati da disfunzioni cardiache o renali. Quindi è consigliabile la somministrazione sotto stretto consiglio del medico curante.



In tecnica erboristica la dose giornaliera raccomandata e di 6-10gr di droga secca, da assumere con molta acqua per favorire la diuresi. In commercio sono disponibili capsuele da 300mg contenenti un estratto secco (da assumere due capsule una volta al giorno, preferibilmente lontano dai pasti).

giovedì 25 settembre 2014

Citrus Aurantium, l'Arancia amara e le sue proprietà

L'Arancio amaro è un albero appartenente alla famiglia del limone e dell'arancio dolce, ovvero famiglia rutaceae. Si differenzia dall'Arancio dolce per le foglie dal picciolo alato e per le sue spine verdi sul fusto. I fiori sono bianchi e profumati e per distillazione si ricava un'essenza chiamata neroli, molto pregiata e usata in profumeria. Il frutto (è più piccolo dell'Arancio dolce), ha la superficie rugosa e a maturità si colora di rosso-arancio. Dalle bucce si ottiene un'essenza che possiede proprietà amare digestive, spasmolitiche, antiflogistiche, sedative. Contiene limonene, linalolo, geraniale e cumarine. Il succo fresco è amaro e poco gradevole.
Dalle foglie distillate si ottiene un'essenza poco pregiata chiamata petit-grain
In tecnica erboristica si utilizzano i frutti acerbi essiccati, perché contengono sinefrina (un'amina simpaticomimetica, in grado di provocare un aumento delle termogenesi e quindi una significativa riduzione dell'assunzione di cibo e del peso corporeo), le foglie essiccate associate all'iperico e alla caffeina per sei mesi in tisana per avere una riduzione del peso corporeo.


Si consiglia la somministrazione di olio essenziale, sotto stretto consiglio medico (poiché può provocare allergie e interazioni farmacologiche). Anche la tisana dei frutti secchi, associata all'iperico è somministrabile sotto stretto consiglio del medico curante (poiché entrambe le "droghe" possono provocare un aumento della biodisponibilità farmacologica e interazione).

mercoledì 24 settembre 2014

Punica Granatum, il Melograno, effetti e benefici

Il Melograno è un arbusto alto fino a 4 m, originario dell'Asia minore e del Caucaso, ma coltivato e inselvatichito anche in Italia. Presenta foglie intere, ovali, opposte, verdi e i fiori sono di colore rosso scarlatto grandi. Il frutto è una bacca, denominata balaustio, grande quanto un'arancio, di colore giallastro-arancio-rossastro, al suo interno è divisa da setti membranosi ciascuno contenente numerosi semi con tegumenti gelificati e succosi, dal caratteristico colore rosso rubino.
In Europa all'inizio XIX secolo la radice era molto usata contro la tenia (verme solitario), oggi analisi di laboratorio e studi clinici confermano che la presenza di alcaloidi sono molto efficaci contro questo parassita. Oltre che vermifugo il Melograno è rinfrescante, diuretico e tonico

Nella corteccia delle radici raccolte in autunno (in commercio si trova in frammenti grigio-giallastri oppure bruno-rossastri e irregolari) e nei frutti sono contenuti tannini, polifenoli (acido ellagico), alcaloidi (pelletierina), glicosidi (malvidina e pentunidina), ferro, fosforo, calcio, fibre, vitamine (B,C) e antiossidanti
La tecnica erboristica utilizza la corteccia delle radici come vermifugo, estratti dei frutti freschi o fermentati, olio di semi per inibire la crescita di diversi tipi di neoplasie. E' stato osservato infatti che non solo i polifenoli, bensì anche gli altri componenti del Melograno, interferiscono con la proliferazione della angiogenesi cellulare.


E' stato inoltre mostrato di recente un effetto benefico dell'olio dei semi di Melograno nella cura di iperlipidemia. Estratti del frutto fresco sono utili nelle malattie cardiovascolari ma anche nella disfunzione rettile, infezioni batteriche, artrite, obesità e alzhaeimer. Il succo fresco di melograno interagisce con un sistema biologico chiamato P450 (complesso enzimatico che permette la metabolizzazione di determinati farmaci) inibendolo è quindi sconsigliata l'assunzione in concomitanza alla somministrazione di farmaci anticoagulanti e attivati dal P450.


La moderna ricerca scientifica attribuisce proprietà benefiche proprio alle sostanze polifenoliche, agli antiossidanti (che riducono anche lo stress ossidativo) e all'acido ellagico che aiuta a mantenere l'organismo in salute.
L'estratto di frutti di Melograno può anche inibire la degradazione della cartilagine e può essere un utile supplemento nutritivo per la funzionalità e l'integrità delle articolazioni. Inoltre il succo di Melograno sarebbe anche in grado di aiutare le donne a combattere alcuni disturbi della menopausa (come depressione e fragilità ossea).
Si consiglia di assumere il succo di Melograno la mattina a stomaco vuoto, solo se non si assumono farmaci anticoagulanti. Gli estratti di Melograno (radice e frutto) vanno assunti sotto stretto consiglio medico.


martedì 23 settembre 2014

Harpagophytum procumbens, l'Artiglio del diavolo proprietà benefiche

L'Arpagofito, ovvero l'Artiglio del diavolo è una pianta perenne, rampicante, tuberosa, alta 1,5m. Alla base si origina un tubero primario da cui se ne sviluppano degli altri secondari, le foglie sono opposte, lobate, di colore blu/verde e i fiori sono isolati di colore lilla/rosa. I frutti sono legnosi a forma di stella provvisti di escrescenze simili ad uncini (da qui origina il nome artiglio del diavolo) grandi 15cm, contenenti numerosi semi neri.
Le radici secondarie sono la parte utilizzata e contenente i principi attivi. Vengono raccolte quando raggiungono le giuste dimensioni, tagliate a rondelle e immediatamente essiccate a 50°C (la presenza di radici primarie rappresenta sofisticazione di pessima qualità).

Le radici secondarie, una volta essiccate somigliano a dischi di 2-6 cm, di diametro di colore giallo/grigiastro circondate da un "sughero" il cui colore può variare dal grigio al giallognolo scuro. Contengono glicosidi iridoidi quali: l'apacoside e  l'arpagide; carboidrati; fenoli (acetoside, isoacetoside); flavonoidi (kaempferolo, luteolina); acidi organici (clorogenico, caffeico, cinnamico); triterpeni e fitosteroli.


L'Artiglio del diavolo manifesta proprietà analgesiche ed antinfiammatorie. L'effetto analgesico è di tipo periferico non inibisce la cilossigenaci ( l'enzima responsabile della sintesi delle prostaglandine), ma inibisce la lipossigenasi (l'enzima responsabile della biosintesi dei leucotrieni). 
E' stata evidenziata, anche, un'attività cardioprotettiva in aritmie ventricolari, con effetto ipotensivo.



L'effetto farmacologico viene raggiunto dopo 1-2 ore dalla somministrazione orale con un'emivita che può andare dalle 3 alle 6 ore. 
L'Artiglio del diavolo è indicato per il trattamento della dispepsia, per il trattamento delle malattie muscoloscheletriche degenerative, per il trattamento dell'osteoartrite e infiammazioni generiche.
In tecnica erboristica viene utilizzata la radice secondaria essiccata in estratto acquoso (2:1 tisane), ed estratti etanolici (1:5 tinture madri) tre volte al di'. E' possibile trovarlo anche in forma di opercoli o capsule da assumere una volta al di'.
L'Artiglio del diavolo va assunto sotto stretto consiglio medico e molto sconsigliato se si si soffre di ulcere gastriche e duodenali (poiché contiene sostanze amare che possono stimolare la secrezione gastrica e quindi aumentare la patologia), di calcoli alla colecisti e in contemporanea all'uso di farmaci antipertensivi, anticoagulanti e antidiabetici (poiché inibisce gli enzimi del citocromo P450). Non va assolutamente assunto in gravidanza e allattamento, nei diabetici, e in pazienti sofferenti di ulcere gastriche e intestinali.

lunedì 22 settembre 2014

I fiori di Bach, la floriterapia e i loro effetti

La floriterapia, cioè la cura per mezzo di fiori, inizia con Edward Bach, medico inglese nato a Moseley il 24 settembre del 1886. Edward Bach come Hahnemann, è convinto che ad essere curato debba essere il malato e non la malattia. E' altresì convinto che nel fiore di alcune piante ci siano vibrazioni dotate di un peculiare potere terapeutico.
La teoria di Bach è piuttosto semplice: ciascuno di noi è avvolto da un campo elettromagnetico, e se questo s'interrompe, per una qualsiasi causa, ci ammaliamo. I 38 fiori di Bach possiedono un loro campo elettromagnetico ed emettono vibrazioni che possono compensare le nostre, ristabilendo lo stato di salute.
La floriterapia utilizza estratti che si preparano in modo piuttosto semplice. Si utilizza un becker pieno di acqua pura, i fiori in quantità adeguate e raccolti al massimo della fioritura si lasciano galleggiare nell'acqua esponendoli ai raggi solari per 3-4 ore. Una volta rimossi i fiori, il liquido arricchitosi di energia vitale viene versato in un altro contenitore contenente parti uguali di alcool. Questo metodo è detto metodo del sole e dei suoi raggi.
Per alcuni fiori si utilizza invece il metodo della bollitura, cioè il fiore si lascia bollire per 30 minuti e dopo il filtraggio, si diluisce con alcool in pari proporzioni.
Attualmente i sostenitori della floriterapia sono molto rari, poiché l'effetto terapeutico dei fiori di Bach si registra a partire dalla terza settimana di inizio del trattamento.


Aesculus Hippocastanum            fiore n° 7 chestnut bud                       difficoltà di apprendimento

Aesculus X Carnea                     fiore n°   red chestnut                              paura per i propri cari

Agrimionia Eupatoria                  fiore n° 1 agrimon                                ansia, conflitto interiore

Bromus Ramosus                        fiore n° 36 wild oat                    insicurezza, incapacità decisionale

Calluna Vulgaris                          fiore n° 14 heather                                                invadenza

Carpinus Betulus                          fiore n° 17 hornbeam                      stanchezza, debolezza, dubbi

Carpinus Betulus                           fiore n° 30 sweet chestnut                           angoscia disperazione

Centaurium Umbellatum              fiore n° 4 centaury                                              sfruttamento

Ceratostigma Willmottiana           fiore n° 5 cerato                           mancanza di fiducia in se stessi

Cichorium Intybus                        fiore n° 8 chicory                          egoismo, autocommiserazione

Clematis Vitalba                            fiore n° 9 clematis                                      fuga dalla fantasia

Fagus Sylvatica                             fiore n° 3 beech                                          eccesso di bontà

Gentiana Amarella                        fiore n° 12 gentian                                         pessimismo

Helianthemum Nummularium      fiore n° 26 rock rose                                      terrore, panico

Hottonia Palustris                         fiore n° 34 water violet                            orgoglio, incapacità

Ilex Aquifolium                            fiore n° 15 holly                                        rabbia, invidia, collera

Impatiens Glandulifera                fiore n° impatiens                                              solitudine

Juglans Regia                               fiore n° 33 walnut                                          ipersensibilità

Larix Decidua                              fiore n° 19 larch                                                incertezza

Lonicera Caprifolium                  fiore n° 16 honeysuckle                                 rimpianto eccessivo

Malus Sylvestris                         fiore n° 10 crab apple                       eccessiva pulizia, disperazione

Mimulus Guttatus                       fiore n° 20 mimulus                                           paura reale

Olea Europaea                             fiore n° 23 olive                         incertezza, stanchezza, esaurimento

Ornithogalum Umbellatum      fiore n° 29 star of bethlehem         shock forti, traumi terrificanti 

Pinus Sylvestris                           fiore n° 24 pine                                    disperazione, senso di colpa

Populus Tremula                          fiore n° 2 aspen                                    ipersensibilità, paure vaghe 

Prunus Cerasifera                        fiore n° 6 cherry plum                   incapacità di controllasi, tensione

Quercus Robur                           fiore n° 22 oak                                  scoraggiarsi, sforzo, stanchezza 

Rosa Canina                               fiore n° 37 wild rose                        rassegnazione, disinteresse futuro

Salix Alba ssp.Vitellina               fiore n° 38 willow                         amarezza, risentimento, tristezza

Scleranthus Annuus                    fiore n° 28 scleranthus                         instabilità, incertezza

Sinapis Arvensis                        fiore n° 21 mustard                                           depressione profonda

Ulex Europaeus                          fiore n° 13 gorse                                         rassegnazione, incertezza

Ulmus Procera                            fiore n° 11 elm                                  impegno eccessivo, scoraggiarsi

Verbena Officinalis                   fiore n° 31 vervain                           eccesso d'entusiasmo, ossessione 

Vitis Vinifera                             fiore n° 32 vine                         ambizione eccessiva, preoccupazione




      








domenica 21 settembre 2014

Brassica oleracea var botrytis, il Calvolfiore, proprietà e usi

Il Cavolfiore è una pianta molto diffusa in Italia, biennale, con fusto di circa 15-20 cm, di altezza e foglie con varie tonalità di verde più grandi all'esterno e più piccole all'interno, che formano un cespo al centro del quale troviamo le teste composte da piccoli fiori.
Per la presenza di composti solforati, il cavolfiore emana cattivo odore al momento della cottura.
Il cavolfiore è un alimento energetico per la presenza di glucidi e protidi. La ricchezza del cavolo in zolfo, calcio, fosforo, rame, arsenico ( ma piccolissime quantità) e iodio può spiegare le sue virtù digestive, rimineralizzanti e ricostituente celebrale.
Grazie al suo alto contenuto di vitamina B1, agisce riequilibrando il sistema nervoso, sono contenuti al suo interno anche acido folico e vitaminaC. Il cavolfiore rinforza le difese immunitarie, ha una funzione preventiva nei confronti di molti tumori, combatte l'ulcera gastrica, l'ulcera duodenale e l'ulcera intestinale. Svolge anche una funzione depurativa dell'organismo, è un antianemico, antinfiammatorio e un antireumatico.


In tecnica erboristica il cavolfiore, viene utilizzato in decozione (comprese le foglie più tenere), è indicato in casi di bronchiti, congiuntiviti, sinusite, colite, contusioni, diabete, dissenteria, dolori gastrici, dolori muscolari, reumatici e influenza.

Daucus, la Carota, proprietà medicamentose

La Carota è una pianta erbacea perenne con radice a fittone e caule eretto con ramificazioni allungate. Le foglie sono glabre, tripennatosette, divise in segmenti lineari. Le infiorescenze sono ad ombrella, composte da fiori con calice ridotto a cinque denticini, la corolla a petali obovati bianchi o avvolte rossicci. Il frutto è un diachenio caratterizzato dalla presenza di spine uncinate.
La Carota è un ortaggio che dimostra interessanti proprietà medicamentose. E' ben noto il suo elevato contenuto di beta-carotene, un precursore della vitamina A, indicato nel periodo estivo in quanto coinvolto nella produzione di melanina. Inoltre la vitamina A è un ottimo immunostimolante oltre che antiossidante. Quindi la carota è ricca di provitamina A, vitamina B1 ( tiamina), vitamina B2 (riboflavina), vitamina C (acido ascorbico), pectine, mucillagini e olio essenziale. L'olio essenziale di carota si ottiene anche dai semi per distillazione in corrente di vapore e contiene sabbinene, limonene, bisabolene, geraniolo, miristicina, carotolo e acido palmitico.
Esistono vari tipi di carota differenziandosi l'una dall'altra in base al colore, arancione = carotenoidi, viola = antociani e gialla = flavonoidi.


Interessante è il contenuto di estensina, una proteina vegetale che ha una grande affinità chimica con il collagene (aiuta a mantenere la pelle liscia).
La tecnica erboristica consiglia il centrifugato di carota (e non il frullato) da bere la mattina appena svegli. Un decotto di carote aiuta a digerire pasti troppo sostanziosi. Un decotto di frutti (10gr, in 1 litro d'acqua per cinque minuti) favorisce la digestione e aumenta la secrezione lattea nelle donne che allattano. La radice grattugiata o frullata può essere applicata (con aggiunta di gel d'aloe) come impiastro per scottature e maschere viso.

sabato 20 settembre 2014

Aloe Barbadensis Miller (Aloe vera) Differenza tra gel e succo


L'Aloe Barbadensis Miller (Aloe vera) è una pianta arborea alta 2-5m, orizzontalmente, presenta una rosetta di foglie sessili, carnose, lanceolate, acute, dentellate provviste di spina all'apice. Dal centro della rosetta si erge lo scapo fiorifero (alto anche il doppio del fusto), che termina in grossi racemi di fiori penduli di colore giallo. Dalle foglie di Aloe si estraggono due tipi di formulazioni, dal parenchima il gel, e dal periciclo il succo. Questi due tipi di formulazione sono utilizzate per due funzioni diverse e specifiche:




  • Il succo. Una volta raccolte le foglie (nel periodo balsamico che va tra agosto e ottobre), vengono lasciate colare all'interno di un recipiente, si lascia decantare e fatto bollire fino ad una consistenza tale da formare a freddo una massa vitrea di colore nero/giallo/verdastro, oppure rosso opaco. I suoi principali componenti sono gli antranoidi (aloina A e B), oli essenziali e acidi grassi. L'Aloe succo essiccato, viene utilizzato per le sue proprietà lassative in casi di forte stipsi, la dose massima è di 0,20mg, e provoca un effetto lassativo dopo 6-12 ore, che può persistere per diversi giorni. Si utilizza in genere in associazione con altre droghe lassative. E' assolutamente sconsigliata in casi di stipsi spastica, di stipsi associata proctite o emorroidi, in casi di disfunzioni renali, nel periodo premestruale, allattamento e assolutamente vietato in  gravidanza poiché può provocare aborti. L'uso non deve prolungarsi per più di 1-2 settimane, poiché, come tutte le droghe antrachinoniche l'Aloe succo essiccato può provocare forti crampi addominali flatulenza e meteorismo. 


                                        

  • Il gel. Si tratta di un preparazione incolore, ottenuta dalla porzione centrale delle foglie recise. Essendo molto sensibile alla luce (si deteriora velocemente) questo gel viene mantenuto secco liofilizzato fino all'uso, oppure congelato ad una temperatura compresa tra i 4-0°C, a seconda dell'utilizzo. In commercio si trova con la dicitura di succo, ed è utilizzato in somministrazione interna (come tonico alimentare), ma studi su questo tipo di formulazione risultano poco chiari, perché in molti casi sono stati utilizzati estratti contenenti sia principi attivi del gel sia quelli presenti nel succo essiccato, quindi non sono chiari a quali principi attivi siano dovuti gli effetti farmacologici.  La formulazione in gel può essere utilizzata anche per uso esterno (dermatologico), nel trattamento di ustioni o ferite. In entrambe le formulazioni i principali componenti sono rappresentati dalle mucillagini e dai lipidi, contenenti inoltre mono e polisaccaridi, tannini, glicoproteine (aloctine A e B), l'enzima ciclossigenasi, saponine, vitamine e minerali. Entrambe le formulazioni agiscono sia come barriera protettiva, antinfiammatorie, immunomodulanti, antivirali ed antibatteriche, inoltre hanno la capacità di penetrare il tessuto cutaneo, esercitare un'azione anestetica locale, dilatare i capillari e migliorare il flusso di sangue. L'Aloe gel tonico alimentare (senza antrachinoni) è utilizzato nel trattamento della colite ulcerosa e del diabete di tipo 2. (La bottiglia contenente l'Aloe gel tonico alimentare deve essere di colore scuro poiché è una sostanza fotosensibile, una volta aperto deve essere consumato entro 2 settimane dall'apertura.) 


venerdì 19 settembre 2014

Curcuma longa, domestica, aromatica ovvero la Curcuma

La Curcuma è un a pianta erbacea alta circa 1m, con rizoma verticale, dal quale partono inferiormente numerose radichette. Le foglie sono lunghe picciolate con lembo ellittico ed acuminato in sommità. I fiori sono gialli e il frutto è una capsula con semi piuttosto piccoli.
Il rizoma contiene un colorante di color giallo denominato curcuminoidi (strutturalmente correlato al fenilpropano), un olio essenziale composto di monoterpeni (curcumene), sequisterpeni (bisabolani e germacrani), amido e polisaccaridi. I principali curcuminoidi sono la curcumina, la dimetossicurcumina e bisdemetossicurcumina. La curcumina è un pigmento rosso in grado di inibire la proliferazione di cellule cancerose attraverso l'arresto della loro crescita in varie fasi del ciclo cellulare. Essa è in grado di inibire l'espressione di diversi oncogeni codificati per l'espressione di proteine o fattori coinvolti nella proliferazione cellulare e di esercitare un effetto apoptico attraverso un 'alterazione della via ubiquitina-proteasoma, un complesso costituito da circa 14 geni che degradano le proteine regolatrici, coinvolte nel controllo del ciclo cellulare. Inoltre la curcumina è in grado di inattivare la fosfochinasi C che costituisce il bersaglio molecolare del promotore tumorale TPA (estere acetato del forbolo).
La curcuma è largamente usata in estremo Oriente, come rimedio nelle omeopatie e come diuretico, inoltre è usata anche come colorante alimentare o condimento (Curry).
Di recente, è stato dimostrato che la curcuma incrementa il flusso biliare agendo sia sulla produzione di bile, che sulla motilità delle vie biliari. Responsabili di quest'azione sembrano essere i componenti dell'olio essenziale (curcumene).
La curcuma possiede proprietà antiflogistiche (aumentando la produzione di steroidi endogeni), antiossidanti (inibisce la perossidazione lipidica) ed antivirali (inibisce la replicazione del virus HIV).



In tecnica erboristica la parte utilizzata è il rizoma, che si raccoglie quando le parti aeree una volta divenute secche, vengono private di radici poi nuovamente essiccate al sole e meccanicamente mondate, eliminando scaglie e strati di corteccia. Un trattamento quotidiano di 2g di curcuma per sette giorni aiuta nel trattamento della dispepsia di vario tipo, nelle infiammazioni generiche e nella stitichezza lieve.
La curcuma è una "droga" sicura, tuttavia è controindicata nei casi di ostruzione biliare e in presenza di calcoli biliari. La curcuma deve essere somministrata sotto il controllo del medico curante.
Facendo attenzione alle sofisticazioni e adulterazioni che si trovano commercio si consiglia di acquistarla in farmacia o in erboristerie professionali,  poiché può essere sostituita con la curcuma di Giava (c.xanthorrhiza) che può provocare forti disturbi gastrici e allergie.

giovedì 18 settembre 2014

Morinda citrifolia, il Noni proprietà e benefici

L'albero del Noni è un sempre verde le cui dimensioni variano dai 20 ai 30 piedi di altezza. Il suo frutto, in tutta la Polinesia è impiegato per curare molteplici problematiche, (le più importanti sono le infiammazioni, le ustioni, verminosi, intossicazioni, ferite infette e punture di insetti) come alimento e per prevenire l'invecchiamento (maschera notturna in poltiglia del frutto fresco). E' stato scientificamente provato che il succo di Noni è di aiuto in patologie come: malattie del sistema immunitario, infezionibatteriche e virali, problemi respiratori, diabete, cancro, pressione alta, difficoltà di digestione, tubercolosi, malaria, dipendenza da alcol e droga.


La pianta è ricchissima di nutrienti come i sali minerali, vitamine, aminoacidi essenziali, microelementi e antiossidantima il principio attivo più importante (un alcaloide) è la pro-xeronina, capace di liberare nell'intestino la xeronina, grazie alla presenza di uno specifico enzima. La funzione principale della xeronina è quella di regolare la struttura e la forma di specifiche proteine implicate in importanti funzioni cellulari e anticorpali. La xeronina è fisiologicamente prodotta dall'organismo umano, ma questa funzione diminuisce con l'età, malattie, traumi e stress.  L'integrazione alimentare con il Noni, per la presenza di xeronina, aiuta l'organismo a normalizzare le strutture proteiche e le funzioni ad esse legate, migliorando l'assorbimento di aminoacidi, vitamine e minerali, facilitando anche il passaggio di tali sostanze attraverso le membrane cellulari.
Dunque, i componenti specifici del succo di frutta del Noni, agiscono riparando le cellule danneggiate a livello molecolare, in conseguenza del contenuto di pro-xeronina che aumenta la produzione di xeronina endogena. I vari principi nutrizionali e in particolare gli aminoacidi vengono assorbiti in maniera più efficace a livello intestinale così da nutrire adeguatamente le cellule dell'organismo.



La tecnica erboristica utilizza tutta la pianta, poiché: nella foglia sono presenti aminoacidi acido glutammico, antrachinoni, glucosidi, betasitosterolo e acido ursolico; nel fiore invece sono presenti antiossidanti e glucosidi; nel frutto sono presenti alizarina, antrachinoni, acido capronico e caprilico, olio essenziale, asperuloside-tetra-acetato e xeronina; nella radice e corteccia sono presenti  acido rubiclorico, acidoclisofanico, morindadiolo, resine, steroli, clorubina, soranidolo, fosfato, ferro, magnesio, sodio, morindina, rubiandina e glucosidi.
Ogni parte della pianta del Noni ha proprietà analgesiche poiché la xeronina è coinvolta nella stimolazione del sistema nervoso centrale con la produzione di endorfina (potenti analgesici fisiologici).  E' noto inoltre che gli individui sofferenti per dolori artritici mostrino di solito incapacità digestive nei riguardi delle proteine, che potrebbero così formare cristalli nelle giunture, per cui in questi casi l'attività digestiva esplicata attraverso l'azione enzimatica del succo del Noni risulta molto efficace.
Il Noni contiene due sostanze antiossidanti importantissime, la vitaminaC e il selenio che agiscono in modo sinergico contro i radicali liberi, stimolando la produzione di xeronina (che agisce anche sulla pelle traumatizzata e lesionata).
Al frutto del Noni sono inoltre attribuite proprietà purificanti e depurative, dunque è un 'eccellente integratore alimentare definito anche adattogeno perché consente di aumentare la resistenza e la capacità di adattamento dell'organismo agli agenti stressanti e alle condizioni sfavorevoli di qualunque origine.
La somministrazione del Noni deve essere tenuta sotto stretto controllo medico curante poichè può portare, in casi di sovradosaggi, ad allergie o interferenze o aumento della biodisponibilità di determinati farmaci.

mercoledì 17 settembre 2014

Actinidia chinensis Planch, il Kiwi proprietà e benefici

Il Kiwi è una pianta rampicante che raggiunge i 10m, di altezza. Le foglie sono cuoriforme alterne con picciolo ricoperto di peluria. I fiori sono di forma tondeggiante biancastri, da cui successivamente si svilupperanno i frutti, che sono ovali dalla polpa verde o gialla contenente numerosi semi piccoli e neri. (Il colore verde della polpa è dovuto dalla presenza di clorofilla, mentre quello giallo è dovuto alla presenza di carotenoidi).

Nella polpa sono presenti: l'actinidina, (enzima proteolitico che rende digeribili le carni), zuccheri, potassio, fosforo, magnesio, calcio, vitaminaC e complesso B, carotenoidi e fibre. Il Kiwi risulta inoltre essere privo di grassi, di sodio, colesterolo.


Il Kiwi svolge un'azione dissetante, rinfrescante, diuretica e depurativa, e grazie all'azione della vitaminaC protegge l'organismo e le pareti vascolari, inoltre la pectina in esso contenuta crea un senso di sazietà, quindi aiuta nella dieta.
In tecnica erboristica il Kiwi viene addizionato in tisana una volta essiccato come aromatizzante, in succo come energizzante  e consumato a pezzi fresco come digestivo.



Linum usatissimum, Lino usi e proprietà dei suoi semi


Il Lino è un erba annua, alta circa 80cm, con foglioline alterne e sottili, il frutto è una capsula globosa, dove all'interno sono contenuti i semi, che sono ovali appiattiti e di colore marrone scuro.
Il Lino è conosciuto da tempi antichissimi e le sue fibre hanno sempre costituito un ottimo filato dal quale si ricava un tessuto molto pregiato, ancora oggi. Venivano utilizzati anche i semi sia per scopo curativo che a scopo alimentare.
Oggi sappiamo che i semi di lino contengono mucillagini che per idrolisi producono galattosio, ramnosio, arabinosio ed acido galatturonico. Nel tegumento del seme si trovano glicosidi degli esteri-metilici degli acidi p-cumarico e caffeico. I protidi e i lipidi sono abbondanti e sono costituiti soprattutto da trigliceridi degli acidi dell'acido linolenico, linoleico, oleico e da minori quantità di acidi grassi saturi. E' presente anche una piccola quantità di acido cianidrico.


La tecnica erboristica usa i semi di lino come cataplasmi in caso di tosse, catarro, foruncolosi, ascessi e bronchite, poiché accelerano la guarigione, e come uso interno in casi di lieve stitichezza (poiché le mucillagini formatesi con l'acqua agisce da lubrificante e da lassativo meccanico).
I semi sono utilizzati sotto forma di infuso come emolliente e protettivo della mucosa intestinale. L'olio di semi di lino è dotato di proprietà vitaminiche (vit.F), di proprietà lassative e curative per i capelli secchi (essendo molto vitaminico nutre la fibra capillare rinforzandola, associato all'olio di ricino dimostra proprietà anche cheratiniche).
L'utilizzo dei semi di lino è sconsigliato in casi di emorroidi, diverticolosi e ulcere intestinali (poiché possono aumentarne le problematiche). Non devono essere assunti per lunghi periodi poiché contenti acido cianidrico, anche se in minima quantità ma possono comunque provocare crampi dolorosissimi e vomito.




martedì 16 settembre 2014

Yohimbe, pausinystalia yohimbe proprietà afrodisiache?

Lo Yohimbe è un albero di medie dimensioni dell'Africa occidentale (Nigeria e Gabon). Possiede foglie grandi, glabre e fiori raccolti in infiorescenze ombrelliforme.
La parte utilizzata come droga è la corteccia che contiene alcaloidi indolici, di cui il principale è la ioimbina, accompagnata da sostanze correlate (ioimbinina, ioimbenina). Lo Yohimbe in Africa appartiene ad una lunga tradizione popolare che lo utilizza come afrodisiaco per migliorare l'erezione per la prima notte di nozze. Negli Stati Uniti viene utilizzato come integratore per potenziare le performance sportive e come dimagrante. Le proprietà farmacologiche, sono dovute all' ioimbina, il meccanismo della sua azione non è completamente noto, si è ipotizzato che possa ridurre le scariche simpatiche a livello celebrale e midollare, riducendo cosi l'attività inibitoria simpatica sull'erezione bloccando gli effetti contratturanti. 
Associato alla L-arginina l'effetto dello Yohimbe può essere potenziato e più efficace. La Ioimbina può aumentare il ritmo cardiaco, la pressione sanguigna e quindi il metabolismo, può essere utilizzata sotto stretto controllo medico come dimagrante massimo per tre settimane.